Ultimo posto, 29 punti, due allenatori esonerati (Ruotolo per Cosmi, poi Cosmi per Ruotolo: questo è il lato ridicolo del calcio italiano), zero sussulti. Prima che Savage, nel 1903, facesse il colpo di telefono al suo amico di Nottingham per farsi inviare quelle curiose divise a strisce bianche e nere, il Football Club Juventus ha cambiato colori societari: dal bianco con cravattino nero a rosa col cravattino nero a cavallo tra i due secoli, per distinguersi dalle altre società che giocavano a pallone. La maglia è elegante, Baggio ha il Pallone d’Oro e lo mostra nelle foto con quell’imbarazzo umile che lo rende amato da tutti, Conte e Vialli hanno ancora i capelli e i portieri indossano divise psichedeliche che ora se le compra Kevin Parker su eBay e se le mette per suonare. Ma la conoscete tutti, sapete benissimo di cosa stiamo parlando. L’elegante total black, che sta bene con tutto, si scontra un po’ con l’inizio di stagione e le polemiche totalmente non cool che riguardano la scritta “30 sul campo” e le squalifiche dell’allenatore in carica Antonio Conte e del suo secondo Alessio; però vanno a braccetto con una certa sicurezza in campionato, con un’annata che ha confermato che quello dell’anno precedente non era solo un suicidio del Milan ma anche un’invenzione di Conte e del gruppo Juventus fatta di gente che, vestita tutta di nero, era fica.
La seconda maglia di quell’anno, portata anche la stagione successiva, è particolarmente indicativa di questa tendenza: il rosa acceso, non leggero come da classico Juve, accompagnato da una ENORME stella dal contorno nero (ma dall’interno dello stesso rosa aggressivo) e lo sponsor Balocco con l’ovale rosso e la scritta bianca. Il primo posto va ad una maglia particolare di un’annata importante. Il Verbania inizia la sua avventura dalla Prima Categoria piemontese (all’epoca V livello del Campionato italiano), nella stagione 1959-1960, dimostrandosi subito una squadra competitiva, concludendo il campionato al 4º posto (38 punti in 28 partite). In molti, nei vari stadi, si sono accordi degli interventi prodigiosi dell’ex Pistoiese che in questa stagione ha giocato 45 partite e salvato il risultato in moltissime occasioni. Il blu tenue di questo kit della Juventus ricorda le foto degli anni ’70 e ’80, con quella retromania nostalgica per un mondo in cui anche i colori sembravano più belli. Notevole anche la divisa di cortesia con un blu notte minimo con dettagli bianchi mai eguagliato davvero. Nel torneo mondiale, la divisa non venne mai utilizzata. Insomma, mi piace pensare che alla creazione di questa divisa che richiama il colore classico della squadra con il twist di fucsia e dettagli bianchi, abbia partecipato proprio lui, Pogba; ne è venuta fuori una delle maglie più casualmente cool della Juventus.
Io la amo, capiamoci, ed è una maglia cult, ma è cool solo per chi è juventino. Resta comunque una grande divisa, sicuramente scomoda, ma essere cool non sempre è comodo. I colori degli abiti, dei pantaloni, dei calzini e delle scarpe degli atleti su entrambi i lati della competizione dovrebbero essere chiaramente diversi per una facile identificazione. A Viterbo, così come in molte altre piazze, le bandiere non esistono più ma nonostante questo la stagione appena conclusa ha incoronato alcuni giocatori che più degli altri hanno saputo conquistare il cuore dei supporter a suon di buone prestazioni. In particolare fu il precursore delle associazioni pro-loco divenendo il primo segretario dell’Azienda di Turismo nel periodo d’oro della villeggiatura degli anni sessanta e settanta; fu il rifondatore del Gruppo Alpini Canzo, fondatore dell’Associazione Cacciatori (che sotto la sua presidenza diede vita all’importante fiera ornitologica di Canzo, ispiratrice di altre fiere dello stesso genere) e dell’Associazione Pescatori Lago del Segrino, a capo della quale promosse importanti battaglie ambientali. La Juventus da qualche anno è all’avanguardia nel tentativo di valorizzare il proprio brand, cercando di diventare spendibile nella vita di tutti i giorni anche dai giovani più hip, fargli indossare la maglia sotto le felpe di riviste di skate.
Tuttavia, a causa della guerra, il piano venne accantonato e nel periodo compreso tra il 1940 e il 1943 tutte le miniere del bacino carbonifero del Sulcis furono militarizzate: furono raggiunti i massimi livelli di produzione di carbone con grandi sacrifici e numerosi incidenti sul lavoro, anche mortali. Pogba è praticamente un enorme brand con grandi leve e un talento nel pallone sovrannaturale, e forse anche grazie a lui alcuni accostamenti cromatici per la Juventus sono invece sembrati naturalmente audaci, con un’attitudine che se ancora fosse il 2014 chiamerei swag. Certo se Fancinelli e Fabihno arrivassero prima su qualche palla sfuggita ai nostri centrali forse parleremmo di una partita diversa, ma sono arrivati dopo e allora, quando i rossoblu prendono spazio, il Grifone si mette in coda e paga dazio allo Sceriffo di Nottingham: Acquafresca difende di fisico un bel pallone e lo consegna a Zucul’hood, cross sul velluto per lo Sceriffo che senza nemmeno togliersi lo zaino perugino insacca di testa per l’uno a zero. Forse è questa fanciullezza, forse è lo sponsor tecnico Lotto oggettivamente bruttino che però è riconoscibilissimo, sarà la custodia nera del bianconero all’interno, la sua vestibilità larga e goffa che ricorda i fisici non iperatletici del calcio contemporaneo (Emerson sei tu?) e il taglio lungo, ma questa maglietta è di un cool ingenuo, che trasuda un po’ di misticismo.
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